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STUDIO RADIOLOGICO BIANCHI SAVONA
mal di schiena: cosa fare

Mal di schiena? Ecco cosa fare!

Il mal di schiena, conosciuto dagli anglofoni come low back pain (LBP), è un evento che colpisce l’80% degli individui, divenendo motivo di ansia e di cambiamento delle consuete attività quotidiane, che siano lavorative o ludiche.
La prevalenza di mal di schiena nella popolazione europea varia dal 25 al 45%, il che significa che in questo momento, almeno una persona su tre in Europa si lamenta di questo problema.
Si tratta, quindi, di un problema comune, che solo in una minoranza dei casi, come vedremo, richiede delle terapie chirurgiche.
Tutti i mal di schiena sono uguali? Le cause di lombalgia sono molte e diverse sono le soluzioni.
La maggior parte sono su base degenerativa, cioè legate all’invecchiamento e all’usura della colonna, ma altre molto meno frequenti, legate a fratture, tumori, infezioni, deformità.
Siccome l’invecchiamento è la principale causa di mal di schiena, arrivati a una certa età, in genere tra i 40 e i 50, insorge questo problema. Quasi sempre il dolore se ne va da solo nel giro di qualche settimana, magari aiutato da qualche farmaco: tale situazione è definita lombalgia acuta.
La lombalgia acuta insorge improvvisamente, arrivando ad essere così intensa da bloccare il malcapitato a letto, ma nella stragrande maggioranza dei casi dura solo alcune settimane, scomparendo poi del tutto. Quando il dolore non recede e si mantiene per almeno 3 mesi, è definita lombalgia cronica. Quando ci troviamo in questa situazione, con un dolore anche non particolarmente intenso, ma che limita il paziente nelle comuni attività quotidiane, necessita di un trattamento specifico.

Anatomia
La colonna vertebrale va dalla testa al bacino e conta 7 vertebre cervicali, 12 vertebre toraciche, 5 vertebre lombari, il sacro (5 vertebre fuse tra loro) e il coccige . La dimensione delle vertebre aumenta progressivamente dalla testa verso il bacino. Le vertebre cervicali e lombari sono più frequentemente interessate ai problemi degenerativi a causa della maggiore mobilità di questi tratti di colonna rispetto alle altre e la colonna lombare è causa di patologia con una rapporto 10/1 rispetto alla colonna cervicale.
Tra una vertebra e l’altra (tranne tra le prime due e nel sacro) c’è il disco vertebrale. Questo funge da ammortizzatore, assorbendo il carico che grava superiormente e consentendo un limitato movimento tra le due vertebre.
Oltre al disco vertebrale, vi sono dei ligamenti che limitano i movimenti tra due vertebre, specie in flessione e in estensione della colonna. In più ci sono poi due piccole articolazioni, le cosiddette “faccette articolari”, che ciascuna vertebra ha con le vertebre soprastante e sottostante.
Sulla colonna vertebrale, che forma l’impalcatura della parte centrale del nostro corpo, si inserisce la muscolatura del dorso: questa consente i movimenti della colonna e contribuisce a mantenerne la stabilità.
All’interno delle vertebre vi è un canale, il “canale vertebrale” che contiene per la maggior parte della sua lunghezza, il midollo spinale, formato da tessuto nervoso come il cervello.
Da qui nascono le radici nervose che fuoriescono dai forami collocati lateralmente alle vertebre. Queste radici vanno a formare i famosi “nervi”: strutture contenenti prolungamenti delle cellule nervose dirette al tronco e agli arti, per raccogliere la sensibilità e portare gli stimoli motori che consentono il movimento degli arti e il controllo degli sfinteri.
Ciascuna di queste strutture anatomiche (vertebre, articolazioni, dischi vertebrali, muscoli, nervi,…), può essere sede di patologia e di dolore.

Malattie degenerative
Il mal di schiena ha nel suo essere una condizione del tutto singolare: l’uomo è un essere bipede!
Questo fatto del tutto unico in natura (i primati sono quadrupedi) ha permesso lo sviluppo delle mani per manipolare gli oggetti, dell’ideazione e pensiero, ma il prezzo da pagare è stato una modifica evolutiva della colonna e del bacino.
L’acquisizione della postura eretta si è resa possibile con la presenza di una cuva della colonna lombare, la lordosi lombare. L’invecchiamento della colonna vertebrale, legato soprattutto alla degenerazione dei dischi, porta a una progressiva perdita d’altezza di ciascun disco, con la perdita di questa preziosa curva. Ne consegue una colonna che invecchiando, via via si incurva in avanti.
Compaiono così dei meccanismi di compenso che consentono di rimanere in piedi. In alcuni casi questi meccanismi alla lunga non sono più sufficienti e il loro esaurimento può essere causa di dolore come si osserva nelle “flat back”, nelle colonne lombari prive di curva.
Parte fondamentale nel processo di invecchiamento della colonna lo rivestono i dischi vertebrali.
I dischi sono degli “ammortizzatori” posizionati tra una vertebra e l’altra. Hanno due parti: una camicia contenitiva esterna (anulus fibroso) e una parte molle interna (nucleo polposo).
Con l’invecchiamento e altri eventi che facilitano la degenerazione del disco (fumo, obesità, patologie del circolo, traumi ripetuti, ereditarietà..) si rovinano entrambe queste componenti.
Se la camicia contenitiva si lacera in un punto si può avere una lombalgia acuta, mentre se il nucleo polposo fuoriesce da questa fessura, si ha la famosa ernia del disco.
L’ernia del disco, è causa di un dolore alla schiena localizzato sulla natica, ma più tipicamente è motivo di sciatalgia, cioè dolore agli arti inferiori, perchè fuoriuscendo dal disco, l’ernia schiaccia le radici nervose che formano i nervi diretti agli arti inferiori. Si avverte così un dolore ad una gamba, in un territorio ben specifico in rapporto alla radice schiacciata. Le ernie per nostra fortuna sono destinate a guarire spontaneamente, ma se sono causa di un danno nervoso (riduzione di forza, alterazione dell’attività sfinteriale) vanno trattate chirurgicamente.
Viceversa se sono “solo” motivo di dolore, possono essere trattate con farmaci, procedure infiltrative, massoterapia o altri presidi atti a contenere il dolore nella fase acuta. Va detto però, che se il ritorno ad un ragionevole stato di benessere non si ottiene nel giro di uno o due mesi, diventa ugualmente raccomandabile asportare l’ernia mediante una procedura chirurgica. Si tratta di un piccolo intervento, in microchirurgia (con il microscopio), che porta alla rimozione dell’ernia e al disimpegno del “nervo” schiacciato, con minimi rischi per il paziente e ricovero per un paio di giorni in ospedale.
La lombalgia cronica ha molte cause. Spesso la causa iniziale è un disco vertebrale che rovinandosi per un qualche motivo, diviene causa di dolore. Il dolore discale è un dolore mediano nella colonna, che aumenta durante il sollevamento di pesi o rimanendo a lungo in piedi o seduti,.
La lombalgia può essere anche causata o associata ad una degenerazione delle faccette articolari, o ad una contrattura della muscolatura, o ad un processo infiammatorio dei ligamenti articolari come nelle malattie infiammatorie sistemiche. A volte anche le strutture anatomiche adiacenti alla colonna, come l’articolazione coxofemorale, cioè l’anca, o l’articolazione sacroiliaca, possono indirettamente portare ad una alterazione del carico della colonna ed essere motivo di dolore lombare.
La causa va indagata clinicamente e solo secondariamente con una indagine radiologica come la risonanza magnetica.
La lombalgia trae giovamento spesso da un cambiamento delle abitudini quotidiane – da una perdita di peso, dalla ripresa di una attività muscolare (fisioterapia, nuoto) – o da una opportuna terapia farmacologica (principalmente antiinfiammatori). a volte purtroppo il dolore è tale da non consentire una qualità di vita sufficiente e una volta esaurite le terapie “conservative” non rimane che il trattamento chirurgico. La chirurgia nel dolore di origine discale prevede l’artrodesi, significa la rimozione completa del disco e la fusione ossea tra le due vertebre, mediante l’apposizione di osso tra i due corpi vertebrali, opportunamente preparati, insieme all’uso di viti e barre che “bloccano il movimento” del segmento interessato all’artrodesi.
Tutte queste procedure, comprese altre usate ad esempio nella stenosi del canale vertebrale o nella correzione della scoliosi (la colonna storta “di lato”), vengono oggi eseguite mediante procedure miniinvasive, vale a dire di minor impatto per il paziente, con piccole incisioni chirurgiche, con riduzione del dolore postoperatorio e del tempo di degenza e la convalescenza dopo l’intervento, con rapido ritorno alla consueta attività quotidiana. Inoltre nei soggetti più anziani il trattamento miniinvasivo riduce il rischio chirurgico e le complicanze associate (trasfusioni, allettamento prolungato, infezioni delle vie aeree…), rendendo possibile oggi delle operazioni che un tempo non potevano essere praticate se non con grande rischio.
La chirurgia della colonna ha negli ultimi anni portato avanti nuovi tipi di intervento e soluzioni tecnologiche specifiche.
Oggi è possibile trattare patologie che un tempo non avevano una cura valida ma solo paliativa e tutto questo è applicabile a fasce più ampie di popolazione. Se un dolore cronico non ha trovato una soluzione nelle terapie farmacologiche o fisioterapiche/osteopatiche, può essere che un trattamento chirurgico possa offrire oggi una soluzione un tempo insperata.

Dr. Emanuele Bavaresco
Medico Chirurgo, Neurochirurgia
(specializzato in procedure chirurgiche miniinvasive della colonna vertebrale)
Mal di Schiena - Emanuele Bavaresco - Studio Radiologico Bianchi Savona
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